Arch. Andrea Dolcetti
#andreadolcettidesign
Ormai i tempi di magliette a maniche corte e feste o aperitivi sulla spiaggia stanno finendo. Le giornate si stanno accorciando, il clima volge verso l'autunno e l'inverno e si avvicina il periodo di accensione delle caldaie e dei termosifoni. A proposito… avete fatto la vostra pulizia annuale?
Al di là della questione climatica, oggi il tema del riscaldamento assume un ruolo importante anche in ambito ambientale.
Quindi la ricerca del risparmio energetico, unito a una soluzione ecosostenibile, risulta una questione non di poco conto, sia dal punto di vista economico sia per la sua ricaduta nelle nostre abitudini di pensiero.
L’impegno per ricercare nuove soluzioni per lo sfruttamento delle fonti rinnovabili e pulite è il momento migliore per attuare una riflessione sul nostro stile di vita, sul come utilizziamo l’energia, partendo dal piccolo, come ad esempio la nostra abitazione.
Oggi vi propongo questa soluzione: il biocaminetto o il camino a bioetanolo. Sebbene sia ancora poco conosciuto, se pensiamo che la sua alimentazione è data dagli scarti delle colture agricole (ricavato dalla naturale fermentazione di biomasse vegetali), come barbabietole e cereali in fermentazione, questo è un ottimo motivo per imparare a conoscerlo.
Non rilasciano ceneri e polveri sottili nell’ambiente in cui sono collocati, con un rendimento pari al 100% nello sfruttamento del combustibile. Questo si verifica perché il bioetanolo, durante la combustione, rilascia solo minime quantità di anidride carbonica e vapore acqueo.
Uno dei vantaggi della scelta di questa tipologia di riscaldamento è la massima adattabilità di installazione e dimensioni e soprattutto il fatto che non è necessita la canna fumaria. Si tratta quindi di una soluzione molto comoda per piccoli appartamenti o condomini che non possiedono condotto fumario.
L’alimentazione a bioetanolo, infatti, non genera sostanze inquinanti che devono essere espulse da uno scarico all’esterno perché la temperatura di combustione è di soli 400°. Questo comporta due ulteriori vantaggi: innanzitutto, la non necessità di autorizzazioni all'installazione e poi l'assenza di dispersione termica dalla canna fumaria.
Il bioetanolo è un combustibile creato dalla fermentazione di zuccheri ottenuti da prodotti agricoli, come la canna da zucchero, i cereali, le patate e le banane e, per questo motivo, sono nel momento dell’accensione e dello spegnimento si potrebbe percepire un leggero ma gradevole profumo di mandorle.
Dunque, un biocaminetto ha un prezzo di mercato che si aggira dai 300 ai 1500 euro per i modelli più grandi e con design particolare.
Per quanto riguarda il combustibile, dipende dalla quantità e dalla qualità, ma si aggira tra i 2.40 e i 3.50 €/l. Tuttavia, acquistandoli sul web si possono ottenere notevoli sconti.
ll biocaminetto non ha bisogno di essere pulito dalla cenere, dalla fuliggine o dalla polvere, ma deve essere comunque pulito per evitare incrostazioni del combustibile.
Come spesso accade, anche le soluzioni migliori hanno qualche punto a loro sfavore. Sebbene siano delle buone fonti di riscaldamento, non sono adatti per riscaldare ambienti di grandi dimensioni e per un lungo periodo di tempo, pertanto non possono essere indicati come fonte primaria di riscaldamento. Inoltre il combustibile ha un prezzo superiore rispetto alla legna e al pellet, similmente alla tipologia a gas.
Questa è una delle svariate soluzioni che esistono in commercio, una possibilità che offre un buon rapporto tra resa energetica e costi, con un occhio di riguardo all'ambiente.
La perfezione non esiste, ma siamo sulla strada giusta!
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